lunedì 27 settembre 2010
NOI CHE ABBIAMO VISTO DNIPROPETROVSK (I survived a tour in Ukraine) - (Last) Chapter V
martedì 21 settembre 2010
NOI CHE ABBIAMO VISTO DNIPROPETROVSK (I survived a tour in Ukraine) - Chapter IV
In definitiva, come detto, credo che andando in Ucraina la Crimea vada visitata, ma la nostra impressione è che sia abbastanza sopravvalutata, sia sotto l’aspetto puramente turistico che sotto quello squisitamente “ludico”.
venerdì 17 settembre 2010
NOI CHE ABBIAMO VISTO DNIPROPETROVSK (I survived a tour in Ukraine) - Chapter III
Noi transitiamo da questa città (ove arriviamo con un treno mattutino) anche vista la presenza di un’amicizia locale che ci farà ottenere i biglietti del treno per la Crimea e successivamente da questa per Odessa (in quanto ufficialmente già tutti venduti :) ). Molto gioca anche quel certo “gusto del proibito” proprio dei bambini che induce a fare una cosa proprio quando viene proibita o sconsigliata dai più, oltre che il poter dire di essere stati “ai confini della realtà, laggiù dove nessun altro essere umano sia mai stato prima”
L’aspetto comunque interessante è vedere, dopo Lviv e Kiev, una città ulteriormente diversa in tutte le sue sfaccettature, nel bene e soprattutto nel male :) Qui si comincia a respirare decisamente di più l’atmosfera ex-sovietica, la gente è meno nazionalista e molto più di buon grado accetta la lingua russa, anche in quanto di origine o radici proprio russe. Di interesse tutto il lungo-fiume e la maestosità del fiume Dnepr, ma il centro è un coacervo di via-vai di persone e mezzi senza un preciso piano regolatore, dove campeggiano uno fianco all’altro il modernissimo centro commerciale MOST (e l’attiguo grattacielo residenziale) e altre costruzioni fatiscenti o in demolizione. Il resto è tutto scarsamente o addirittura per nulla illuminato.
Mezzo marshurtka (furgoncini cittadini diffusi in tutta l’Ucraina e non solo, che si prendono al volo e si pagano direttamente all’autista all’atto della salita o discesa o nelle mani di un volenteroso che decide di raccogliere i soldi per tutti), ci spingiamo un giorno anche fin dall’altra parte della città attraverso uno dei ponti che sorvolano il fiume Dnepr e andiamo a visitare …. un centro commerciale! :) Torna comunque buono per mangiare qualcosa e ripararci dalla canicola cittadina.
Nightlife consumata in una discoteca/tunnel nei pressi del lungo-fiume trovata un po’ per caso seguendo la musica sparata in aria a svariati decibel da un barettino attiguo e di cui non ho capito il nome (forse SCANAL) ove si consuma anche un addio al nubilato con invitate in rigoroso mini-gonnellino da sturbo ed esibizione finale di due (discutibili) ballerini/spogliarellisti che lasciano pressoché in mutande la futura sposa oltre che metterle le mani un po’ dappertutto.
Per il sabato sera, visto che abbiamo lo stadio proprio dietro casa, optiamo per non lasciarci sfuggire l’occasionissima di assistere al tanto atteso derby DNIPRO-METALLIST (anche se il Metallist è della città di Kharkhiv che dista 230 kilometri), con ingresso gentilmente offerto dai capi ultras del Dnipro con cui facciamo conoscenza fuori dello Stadio. Saputo che siamo italiani siamo subito eletti invitati speciali nel cuore della curva Nord, con la quale cantiamo cori e alziamo striscioni per lo più a noi incomprensibili. I presenti notano la presenza di due facce “non conosciute” ma il fatto che siamo accompagnati al suo interno direttamente dai capi ovviamente non induce nessuno a porre la benché minima opposizione. La curva comunque si rivela molto “tranquilla” per i canoni che abbiamo in Italia, nessun problema al suo interno, cori, esultanze e quant’altro si svolgono tutti molto tranquillamente, nessun coinvolgimento politico apparente di nessun tipo, il tutto sotto gli occhi vigili della nutrita pattuglia di miliziani sottostante, che però non è in assetto da guerra come siamo abituati a vedere in Italia. In particolare l’addetto al megafono e capo-cori, un ragazzo dall’aspetto tutt’altro che truce ma che sembra davvero contare più di tutti lì dentro e che mastica un po’ di inglese, è quello che ci prende più in simpatia, si intrattiene un po’ con noi anche nell’intervallo e scende dalla sua postazione appositamente per venirci ad abbracciare al gol del Dnipro che però verrà poi annullato.
Per la cronaca, la squadra locale perde infatti 0-1 e decidiamo quindi di non dilungarci troppo nello stadio dopo la partita prima che qualcuno veda in noi qualche probabile elemento menagramo. Non si verifica comunque nessun problema di alcun genere sia dentro che fuori lo stadio. Alcune tifoserie italiane dovrebbero ahimè imparare perfino da quelle Ucraine! L’incontro difatti è di cartello (il Dnipro è primo in classifica), anche se il livello tecnico-tattico (va detto il vero) è forse equiparabile senza esagerare ad una nostra 1°/2° categoria. Altra nota, pare sia vietatissimo portare all’interno dello stadio le sigarette (?!?!) in quanto vediamo all’ingresso intransigenti miliziani alleggerirne senza troppi fronzoli alcuni ignari spettatori.
L'appartamento ci viene qui trovato dal nostro contatto locale di cui sopra, lungo la via Pushkina.
venerdì 10 settembre 2010
NOI CHE ABBIAMO VISTO DNIPROPETROVSK (I survived a tour in Ukraine) - Chapter II
Come tutte le capitali, Kiev è una città grande, con tutto ciò che ne consegue, diversa da Lviv, visitabile anche questa in un paio di giorni pieni o tre. Da visitare, nell’ordine, la centrale Maydan Nezalezhnosti (piazza dell’Indipendenza) e
Una giornata la dedichiamo alla visita del complesso di Lavra, il luogo forse più sacro del paese, meta di turisti e pellegrini ortodossi dediti alla purificazione dello spirito. Divisa su due livelli uno superiore e uno inferiore, nel primo vi è un complesso di chiese dalle cupole dorate, il secondo contiene le lugubri grotte costituite da stretti cunicoli visitabili al lume di candela, al cui interno sono presenti le teche con vari monaci mummificati (debitamente ricoperti), sopra le quali alcune fedeli presenti piangono, si disperano e pregano, non senza un nostro certo qual senso di preoccupazione e apprensione. Gillo prova anche a bere l’acqua benedetta e purificatrice che sgorga dai rubinetti di un paio di lavabi in pietra appena ai margini del complesso e pare non abbia avuto poi nessuna disfunzione intestinale ... ma neanche repentine folgorazioni sulla via di Damasco o ravvedimenti spirituali :)
Come detto, la vita notturna non ci arride troppo. Tentiamo la carta del lungo-fiume (Nabrejna) trovando i vari locali “attraccati” sul molo abbastanza vuoti per poi finire in quello che si rivela uno strip-club … poco male, ci rifacciamo gli occhi e passiamo una serata meno peggio di altre :) Un po’ per scelta evitiamo di “perder tempo” nella ricerca in giro per la città delle disco più rinomate ma dove anche ci risulta più dedita la pratica del dress/face-control e il rischio anche qui di trovare vuoto … magari a posteriori sbagliando.
L’ultima sera ci affidiamo al Caribbean, il cui nome e referenze ci evocano ritmi e sapori a noi più consoni. E infatti così è. Lo troviamo solo grazie l’aiuto di tre ragazze (o almeno una sola in quanto le altre non ci filano di striscio) già abbastanza alticce a cui chiediamo lumi per strada e anche loro dirette lì. Il locale non è grandissimo, il deejay dispensa sapientemente salse, merengue, reggaeton e musica latina varia dall’interno do una Cadillac del ’52, il caldo e l’afa sono abbastanza opprimenti nonostante le bocche di aria che sparano direttamente in pista. Il tempo per capire il “giro del fumo” (a proposito, in Ucraina si può fumare nei locali pubblici) e le tre ragazze si sono già dileguate al bancone non degnandoci più del minimo sguardo. Ci buttiamo nelle danze ma, a parte le fugaci attenzioni (debitamente ignorate) di due discutibili bellezze locali anche loro per lo più alticce, non combiniamo molto, salutiamo il Caribbean e Kiev e ce ne torniamo in branda in attesa del treno delle 7 del mattino dopo per Dnipropetrovsk.
Alloggio trovato con http://apartment-kiev.com in posizione centrale vicino