venerdì 20 novembre 2009

ALZATE IL VOLUME, REGGAE PEOPLE!

La notizia è ormai di qualche giorno fa: in un mondo dove gli USA (e dico gli USA) aprono all'uso terapeutico della cannabis, ecco che la nostra Repubblica delle Banane non perde occasione di dimostrare tutta la sua sconcertante e allarmante pochezza, come se non ci fosse altro di ben più di importante a cui pensare oltre che smantellare la scuola, privatizzare l’acqua, manganellare studenti e pestare a morte i ragazzi nelle caserme, svilire ogni giorno di più la costituzione e le istituzioni in tutti i modi impensabili e illeciti per salvare il culo di una sola persona, il “padrone”.

La questione è molto ben spiegata qui e ovviamente non può che trovarmi d’accordo in tutto. A qualcuno o a molti (non amanti del Reggae) può anche fregare poco o non fregare del tutto, ma qui la questione è un’altra e ben più inquietante.

A monte tutto il discorso sulla legalizzazione delle droghe leggere, questa è un’altra faccenda anche se sta alla base di tutto, ma qui i risvolti potrebbero essere molteplici e allarmanti.

Qui si colpisce in modo diretto una religione (o credenza religiosa e culturale, chiamatela come volete) e il genere musicale (di cui io ovviamente sono un estremo appassionato) che ne diffonde i dettami e se ne fa fiera ambasciatrice, la sua industria e tutto il suo seguito e una decisione del genere creerebbe un pericolosissimo precedente. Passasse questa delirante presa di posizione, chiunque in questo paese potrebbe essere colpito, in qualsiasi momento, con un pretesto irrisorio grazie ad una assurda legge confezionata in quattro e quattr’otto (come è ormai prassi). E badate mi sembra ovvio come ciò potrebbe esulare il mondo musicale o culturale, ma colpire qualsiasi ambito. Mi sembra perfino assurdo il dover commentare una cosa del genere, perfino che un governo possa anche solo arrivare a pensare una cosa del genere, ma purtroppo il nostro è un paese dove ormai ogni giorno la realtà supera di gran lunga la fantasia e l’immaginazione, e sempre in modo negativo.

Il Reggae è la musica di Bob Marley, messaggera di un intero paese, la Giamaica; ha “seguaci” in tutto il mondo. La religione rastafariana, a cui il Reggae è indissolubilmente legata, contempla l’uso della marijuana (che secondo la leggenda fu trovata sulla tomba di re Salomone) e la pratica della meditazione che questa in qualche modo “coadiuva”.

E’ vero, per molti è solo occasione di “sballo” e nulla più, per altri di rilassamento da questo mondo e questa società (Babylon) sempre frenetica e corrotta, ognuno ne fa l’uso che desidera, sempre nel rispetto della persona e dell’altro .. ma è pur sempre “naturale” come lo può essere il tabacco o qualsiasi altra erba, spezia ecc … del resto, come cantavano i Pitura Freska (qualcuno li ricorderà), “De ganja s’è mai morto nisun” … ma qui già entriamo nella questione legalizzazione.

Il Rispetto…ecco…questo è uno dei valori cardini del Reggae, l’amore, la pace, l’unità (riportati qui nel banner in alto di questo blog e da me “immortalati” proprio all’entrata del Rototom Sunsplash del 2007).

Senza considerare poi in particolare proprio il Rototom Sunsplash, una manifestazione tra le più importanti (se non la più importante) nel suo genere a livello Europeo, della location a dir poco spettacolare del Parco del Rivellino a Osoppo (e chi c’è stato sa cosa voglio dire), del clima totalmente pacifico e di fratellanza che ivi si respira.

E’ vero, anche il Reggae ha le sue piccole magagne, sovente si verificano casi di omofobia o inneggiamento alla violenza da parte di qualche cantante (ma qui si entra più nel genere Dancehall), ma subito il mondo del Reggae ha fatto sempre scudo respingendo e mettendo alla berlina immediatamente questi casi estremi.

Il Reggae nasce, come il Blues, per raccontare gli emarginati e la povera gente che vive ai margini degli slums di Kinsgton Town e dell’Africa, da cui attinge le radici a piene mani, e ha poi assunto una valenza planetaria ... è una musica di ribellione sì, ma che usa l’amore e il rispetto come armi principali.

Si criminalizza il Reggae riducendolo a mero pretesto per far uso di marijuana (e anche qui se ne potrebbe dire), ma non si dice che un altro messaggio deciso che lancia questa musica è la sua decisa opposizione all’uso della cocaina, per dirne una (recapitata e consumata in abbondanza proprio trai i banchi del nostro bel parlamento). Colpendo il Reggae si colpiscono anche questi valori, che forse (anzi sciramente) sono quello che veramente temono e vogliono contrastare questi governanti da strapazzo, promuovendone tutti i giorni esattamente l’opposto (odio, intolleranza, arroganza e prepotenza, egoismo).

Cosa potrà succedere in futuro? Un vigilante mi fermerà forse in auto perché sto ascoltando Reggae o qualche altra canzone? Perché ho un adesivo raffigurante una foglia di marijuana? Perché porto una bandierina della Giamaica? O verrò perseguito perché ho piastrellato i mio bagno di giallo-verde-nero? O ancora perché porto i capelli lunghi o una cresta.

Tutto questo è a dir poco assurdo, stupido e, ripeto, inquietante.

Da oggi il Reggae pomperà ancora a più alto volume nella mia auto (fosse possibile :) ), nella mia casa e ovunque io mi trovi, sempre con me … Babylon non vincerà.

Lunga vita al Rototom Sunslpash, al Reggae e al suo profeta Robert Nesta Marley, un grande artista e un grande uomo che, tra l’altro, … nel 1978 promosse in Giamaica il tentativo di arrestare l'ostilità tra i due partiti in guerra organizzando un concerto politico dal nome One Love Peace Concert richiedendo che i due leader rivali, Michael Marley ed Edward Seaga si incontrassero sul palco e si dessero la mano.

Alzate il volume, Reggae People! One Love!


 

"They don't want to see us unite:

All they want us to do is keep on fussing and fighting. They don't want to see us live together: All they want us to do is keep on killing one another..."

Robert Nesta Marley

Altri link :

http://www.rototomsunsplash.com/index.php?id=293,2682,0,0,1,0

http://www.rototomsunsplash.com/

http://www.facebook.com/group.php?gid=166695011023&v=info

http://www.radioradicale.it/scheda/290270

http://www.gennarocarotenuto.it/

http://www.sherwood.it/Non-Processate-Bob-Marley

giovedì 22 ottobre 2009

LA LEGGE NON E' UGUALE PER TUTTI ... SU FACEBOOK

Dopo la conferma dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge da parte della Corte Costituzionale Italiana (che sia necessaria la sua conferma è già di per sé un fatto inquietante indicativo del livello a cui è arrivato il Paese), pare invece che questo non valga per lo sterminato mondo di Facebook.

Le varie notizie del giorno, infatti, oltre a farmi constatare come finalmente qualcuno cominci quantomeno a dar barlumi di buon senso e intelligenza ( http://www.diregiovani.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=31472 ), mi dà lo spunto per qualche riflessione in merito all’ennesima questione tutta squisitamente italica.

http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-varie-2/killer-facebook/killer-facebook.html

Ora, premessi sia il mio totale e democratico disprezzo a 360° nei confronti di Silvio Berlusconi come uomo in primis, come personaggio pubblico in secundis e come politico (se tale si può definire) in terzis (si dice così?) e le mie forti perplessità verso Facebook e social networks affini (io stesso ne sono iscritto seguendo l’onda ma tenendomi sempre a una debita distanza o quantomeno farne un uso “mirato”), appena letta la notizia, di getto mi sono sovvenute le seguenti riflessioni:

1) E’ edificante e sorprendente come Facebook abbia ormai assunto una tale importanza addirittura ad alti livelli politici e di governo e come una tale faccenda, evidentemente mancando altri problemi ben più seri nel nostro paese, abbia smosso perfino gli “alti” organi governativi. Ormai pensavo ci riuscisse solo il calcio.

2) Mi metto nei panni del presunto e potenziale “killer” e penso che se veramente io volessi uccidere chicchessia, davvero lo scriverei su Facebook, su un giornale, sul mio blog o dove sia? Figuriamoci addirittura 14.000 killers! Mah …

3) Perché tutto questo scricchiolar di poltrone per questa cosa e nessun “cervellone” governativo (si badi di qualsiasi fronte o schieramento) che ha detto “A” quando giravano (o girano ancora) medesimi beceri gruppi all’urlo “uccidiamo tutti gli albanesi” o “vogliamo morti i rumeni” o “al rogo i froci?”. In questo momento che scrivo esistono ancora questi gruppi, per fare due esempi, e non mi metto neanche a cercarne altri deliranti a suon di svastiche e croci celtiche (ove si badi l’apologia del nazismo, questo sì, è reato). Non sono forse questi allora, alla stessa stregua, quantomeno ugualmente incivili e potenzialmente pericolosi per l’incolumità di altri esseri umani?

4) Io direi iscriviamoci tutti a questo gruppo allora, che tra l’altro mi trova totalmente d’accordo … mmm accidenti è vero … ripensandoci sia mai che insorgano gli animalisti :S

Va beh, a quanto pare non tutti sono uguali davanti a Facebook … io ci canto su … :)

giovedì 3 settembre 2009

LAVORATORI DI TUTTO IL MONDO ...

Sono appena tornato dall'Irlanda (guarda caso) dove mi sono rintanato dalla canicola italica passando 9 giorni intensi di ferie estive. Ma questo paese no mi lascia mai, quindi grazie ai vari canali diretti che ho con lui (o meglio Lei) proseguo sul filone lasciato prima delle vacanze e ritrovo lo spunto per fare altri raffronti sulla situazione economica e sociale generale. 
 
Sembra che, nella disgrazia, per una volta qui in Italia sia andata meglio agli operai della INNSE piuttosto che agli impavidi operai che hanno occupato la sede della Thomas Cook proprio a Dublino sulla centralissima Grafton Street. Purtroppo sono venuto a conoscenza della cosa solo dopo essere tornato, ad ogni modo leggete qui sotto e esercitate un po' il vostro inglese .. nel caso siate particolarmente svogliati o non portati per le lingue usate il traduttore nella colonna qui a destra.
 
Thomas Cook workers arrested Judge releases Thomas Cook workers e ancora Carroll granted temporary protection by court


mercoledì 29 luglio 2009

L'AGONIZZANTE TIGRE CELTICA GUIDERA' LA RIVOLUZIONE?

Il mio amico Mobo, attualmente residente a Dublino (ma anche lui ancora per poco) me lo preannunciava ormai da tempo: "in Irlanda la pacchia è finita!"

Dopo anni di boom economico sfrenato, la Tigre Celtica pare aver perso gli artigli. Sembra infatti che la mia cara amata Irlanda più di altri pagherà gli effetti negativi della crisi mondiale, o più esattamente li pagheranno gli irlandesi e la fiumana di genti da ogni parte d'europa e non solo sbarcati sull'Isola verde in questi ultimi anni in cerca di fortuna e ora messi davanti l'infelice prospettiva di fare i bagagli e tornarsene indietro, o cercare altri lidi dorati ove approdare (in verità in questo momento molto scarsi).

Tramite giri di amicizie, ricevo al proposito il testo di una mail di un residente irlandese (di cui manterrò l'anonimato) molto indicativa al riguardo ... e se vogliamo suggestiva se comparata anche a quanto accade in casa nostra.

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" The jokers that have destroyed Ireland have also invested a lot in Eastern Europe ... We came through worse, but to get a feel as to how bad things are check this out - people queuing for a few jobs in a shop in Dublin, I know quite a few people who have lost jobs, some with mortgages, major stress, marriages breaking down as well, it was predicted, that is why I am renting, it was all crazy stuff :-) "

" I giocherelloni che hanno distrutto l'Irlanda hanno anche investito molto in Europa orientale... Il peggio è passato, ma per avere un'idea di come le cose non vanno bene guardate qui - le persone in coda per un paio di posti di lavoro in un negozio di Dublino, conosco un bel po 'di persone che hanno perso il posto di lavoro, alcuni dei quali con le ipoteche, grandi stress, come anche rotture di matrimoni, era previsto, per questo io sto affitando, roba da matti :-) "




" ... the damage to Ireland's economy, to its international reputation and most importantly to the average person is done, all these 'measures' are too late. The government was involved in the whole mess, the Prime Minister for God sake has investment properties in England (running student accommodation), they are all completely corrupt and the people are waiting for a general election to get rid of their asses. " " ... il danno per l'Irlanda l'economia, alla sua reputazione internazionale e soprattutto per la persona media è fatto, tutte queste 'misure' sono troppo tardive. Il governo è stato coinvolto in tutto questo caos, il Primo Ministro, per l'amor di Dio, ha investimenti immobiliari in Inghilterra (come alloggi per studenti), sono tutti completamente corrotti e le persone sono in attesa di elezioni generali per sbarazzarsi di questi asini. "
" ... At one time, people were talking of revolution, it might still happen, October 2009 to Feb 2010 will be a dangerous time, winter, huge unemployment and another terrible budget coming!!
Unemployment stands at 402,000, if it goes to 600,000 or 700,000 then there might be trouble, but the Irish are very conservative as a race and don't like too much trouble, but it happened in Iceland, it might happen here, these things have a way of emerging by themselves."
" ... A un certo momento, la gente parlava di rivoluzione, che potrebbe ancora succedere, da ottobre 2009 a febbraio 2010 sarà un periodo pericoloso, d'inverno, grande disoccupazione e un altro terribile bilancio a venire!! La disoccupazione si attesta al 402.000, se raggiunge i 600.000 o 700.000 poi ci potrebbero essere problemi, ma gli irlandesi sono molto conservatori come indole e a loro non piacciono troppo i problemi, ma è successo in Islanda, potrebbe accadere qui, queste cose hanno un modo di emergere da sole.
" Be very careful when it comes to press releases from the government, they are principally responsible for Ireland's crisis, it is so shameful, so bad in fact that I am thinking of leaving!!! "
" Quando arriverà, prestate molta attenzione ai comunicati stampa da parte del governo, loro sono i principali responsabili della crisi per in Irlanda, è così vergognoso e brutto tanto che sto pensando di partire!!! " 
 
link consigliato: www.davidmcwilliams.ie

venerdì 26 giugno 2009

IL RE E' MORTO

La notizia è arrivata nella rete come una folgore, una delle tante che hanno illuminato il cielo della scorsa notte sotto il nubifragio estivo. Attacco cardiaco, dicono le fonti ufficiali, e il Re se n’è andato.

Ormai da tempo non seguivo più le sue gesta a parte i consueti gossips che ne davano l’immagine di un uomo ormai alla deriva fisica e mentale e anche musicalmente la mia strada ha decisamente preso un’altra direzione. Ma la notizia non mi ha lasciato indifferente, non poteva, ricordando i miei 20 anni passati bene o male in sua “compagnia” e della sua ossessione. Ero un suo fan molto sfegatato, più di tutto lo adoravo vederlo ballare e lo imitavo in questo, o meglio tentavo di farlo, e lo imitavo nel vestire, o meglio anche qui tentavo di farlo :)

Non voglio qui farne un necrologio, citare cifre dell’artista o dare giudizi sull’uomo, ma semplicemente esprimere allegramente la fiumana di ricordi adolescenziali che la notizia della sua scomparsa suscita in me, perché lui, il Re, nel bene e nel male caratterizzò pesantemente la storia di quei miei anni.

Mi avvicinò a lui il video di Billie Jean, lo ricordo benissimo, che vidi da piccolo e che mi fissò nella mente l’immagine di questo individuo che se ne andava in giro con movenze strane ma ipnotizzanti facendo illuminare il marciapiede ad ogni suo passo per poi scomparire improvvisamente quando il sinistro uomo con l’impermeabile e gli occhiali scuri tentò di acciuffarlo … credo che questo genere di cose mi abbiano sempre affascinato.

Anni dopo, me lo ritrovai poi all’uscita di BAD e mi dissi “ma sto tipo è quello di quel filmato” e iniziai a seguirlo ed entrare nel suo mondo, rimanendovi irrimediabilmente coinvolto. Ormai 20enne raggiunsi l’apoteosi con l’uscita di DANGEROUS e soprattutto col mitico concerto al Brianteo di Monza del Luglio 1992, una giornata lunghissima e calda in tutti i sensi che per certi versi non dimenticherò mai, in cui vidi lui, il Re, lì sul palco pochi metri avanti a me.

Beh, credo che più o meno tutti noi abbiamo avuto (o avremmo dovuto avere) una passione adolescenziale smisurata per qualcosa o qualcuno, credo sia normale, quasi un’ossessione di cui magari ridere affettuosamente più tardi nei giorni “maturi”. Beh credo che per me questo sia stato lui, il Re.

Subito il mondo dei fans si è mobilitato sulla rete, c’è anche chi afferma sia solo la sua ennesima spettacolare trovata per uscire di scena, un po’ come faceva magicamente nei suoi concerti, lontano dalle pressioni dei media, dal suo declino fisico e artistico e magari anche da qualche creditore ;) , che sia andato a finire i suoi giorni lontano da tutto su quell’isola sperduta dove già approdarono a loro tempo Elvis (una altro Re) e Marylin (una Regina).

Come detto, era ormai da tempo che non lo seguivo più e i miei interessi, i miei pensieri, i miei gusti hanno preso decisamente altre vie; ora come ora gli imperi, i Re e le Regine mi stanno pure alquanto antipatici, ma oggi credo mi ricimenterò davanti lo specchio in un veloce Moonwalk proseguendo con una vorticosa piroetta su me stesso per finire in punta di piedi lanciando un urletto e toccandomi ambiguamente il pacco con la mano destra alzando la sinistra … così come accadeva ormai quasi naturalmente durante i miei 20 anni.

Probabilmente l’uomo sinistro con l’impermeabile e gli occhiali scuri era tornato a minacciarlo e lui, il Re, dal suo marciapiede illuminato è semplicemente riscomparso magicamente piroettando su sè stesso …. PUFF!

 

martedì 16 giugno 2009

FINE DELL'ENNESIMA UTOPIA ?

Per molti è solo la caricatura di sè stessa, l'ennesima trappola per un certo tipo di turisti, ormai solo patetico folklore, per altri (e mi ci metto anch'io) è il simbolo dell'ennesima romantica utopia che, forse, anche lei ha ora i giorni contati. Sto parlando di Christiania, cittadella hippie autogestita all'interno di Copenaghen sorta nel 1971 e tutt'ora (re)sistente nonostante i susseguenti tentativi negli anni di farla sparire o quantomeno di ridimensionarla. La notizia è che forse il governo danese riuscirà ora a darle la spallata definitiva a causa di una decisione della Corte danese che la forzerà a traslocare o peggio a chiudere i battenti.  
 
I ricordi personali vanno quindi alla mia esperienza al riguardo: era l'ormai lontana estate del 1998 quando percorsi in auto insieme ad una mico l'Olanda e la Danimarca e, arrivato a Copenaghen, sentì proprio parlare di Christiania e delle mille storie belle e meno belle che l'accompagnano. Ovviamente decidemmo di andare a dare un'occhiata. Con le poche e contrastanti notizie raccolte al riguardo, raggiungemmo la prima volta Christiania durante il pomeriggio con le biciclette cittadine a noleggio, spinti più che altro dalla curiosità: all’entrata campeggiava imponente una stilizzazione abbastanza spettrale e scheletrica della statua della libertà americana (non so se sia ancora lì), ma una volta dentro notammo subito un brulicare pacifico di varie genti di varie provenienze, in quello che mi parve subito un immenso Centro Sociale Autogestito. Nonostante precedentemente molti ci misero sull’attenti circa la frequentazione di questo luogo, non ci sentimmo mai in pericolo né ne avvertimmo la presenza e anzi tutto ci parve molto tranquillo respirando un’aria molto libertaria all'interno di quel luogo che, nella sua apparente anarchia e libertà, pareva avere delle regole non scritte ma precise. Facemmo un giro e bevemmo qualcosa, alcuni nullafacevano e gironzolavano come noi, altri erano tutti intenti in varie attività più che altro di manutenzione di locali; parlammo con qualcuno e poi uscimmo decisi di tornarvi per la serata, e così facemmo. Questa volta entrammo a piedi e appena sul sentiero di ingresso ci si presentò la scena che sempre rimarrà nei miei ricordi circa questo posto: dal locale/bar nello spiazzale a destra dell’entrata uscì di corsa un ragazzo che agitava braccia e gambe quasi esultante, fino ad imboccare anche lui il sentiero di ingresso e perdersi nella folla all’interno della cittadella, il tutto nella apparente indifferenza generale. Niente di strano, direte voi, se non fosse che questo ragazzo era completamente nudo! :) Rimanemmo un po' basiti dopo questo singolare benvenuto, ma dopo il primo impatto ci ridemmo su e anzi questo ci spinse forse ancor di più a proseguire e ad entrare. Dopo i primi metri, presero corpo alcune delle notizie che avevamo raccolto sul luogo: ai lati della strada, una dietro l’altra in rapido incedere, stazionava liberamente tutta una serie di bancarelle che esponevano la loro particolare merce, ovvero droghe più o meno leggere “condite” in ogni tipo di salsa e esposte nei più variopinti e fantasiosi packagings :) Neanche nei tanto famigerati coffee shops di Amsterdam avevo visto e vidi poi negli anni successivi tanta mercanzi del genere! Nessuno però ci molestò o ci volle forzare nell'acquisto a tutti i costi, anzi. Passammo oltre e trascorremmo così lì la serata, tranquillamente, bevendo, girando e parlando con qualcuno.  
 
Questa fu la mia Christiania, un luogo senz’altro particolare e “combattuto” dall’opinione pubblica e dal perbenismo benpensante, ma che se sarà veramente destinato a scomparire (ora o in futuro) me ne dispiacerà, checché se ne dica, riservandone il ricordo personale con un sorriso, ripensando a quel ragazzo nudo come un verme che correva felicemente esagitato tra la gente nella tranquillità ed indifferenza più totale :) BEVAR CHRISTIANIA!

giovedì 29 gennaio 2009

MI CHIAMO NICK E SONO QUI PER RECLUTARVI TUTTI!

Recentemente ho visto al cinema il film MILK, di Gus Van Sant, ovvero la vera storia di Harvey Milk, colui che divenne il primo consigliere comunale apertamente gay di San Francisco. Non mi soffermo qui sulla bontà indiscutibile della pellicola (che io vi consiglio vivamente di vedere) e della magistrale interpretazione di Sean Penn, che sembra non sbagliare più un colpo anche dopo la regia di “Into the Wild”. Quello che ovviamente colpisce è la storia, la personalità e la tenacia di questa grande persona, di cui, ammetto, tutto ignoravo fino alla visione del film.

Non ho MAI avuto nessun tipo di pregiudizio verso chicchessia, né di sesso, razza, religione o gusti sessuali, tutt’altro, ma la visione di questo film, come qualcuno mi ha detto, mi ha ulteriormente “aperto la mente”, e così ho cominciato a pensare intensamente all’argomento (anche se si badi bene, l’insegnamento del film, o meglio di Harvey Milk, va ben oltre l’ambito omosessuale nel quale lui ovviamente si trovò a lottare, come ben espresso nel suo famoso discorso)
Ovviamente è pacifico il mio appoggio incondizionato al totale e sacrosanto riconoscimento di tutti i diritti ai gay (ove per “gay” intendo appunto sia omosessuali uomini che lesbiche), in quanto alla base di tutto c’è il fuorviante convincimento che l’omosessualità sia una “malattia” che esula dalla “normalità” … niente di più sbagliato. Non sto qui io a sostenere come l’omosessualità sia perfettamente “normale” in natura e da sempre, tra gli animali per esempio … e altri molto prima di me lo hanno già dimostrato; e quanti personaggi importanti e “insospettabili” della storia si scoprì lo fossero. Questo è secondo me il punto apparentemente più semplice ma fondamentale per continuare qualsiasi tipo di discorso in merito. L’omosessualità NON è una malattia (che stupidamente e grossolanamente qualcuno accomuna alla pedofilia, che è cosa ben diversa).
Detto questo e dato per assodato (purtroppo non da chi dovrebbe) che i gay hanno gli stessi uguali diritti delle persone eterosessuali, mi chiedo allora: perché non possono questi unirsi in matrimonio? Ma mi spingo oltre: perché non possono adottare e crescere un bambino? Lo ammetto, su quest’ultimo punto sono stato da sempre anche io molto perplesso, pensieroso anche io sul fatto di come un bambino abbia bisogno di una figura paterna e materna al suo fianco, ma la visione di questo film mi ha appunto “aperto la mente” e mi ha fatto superare questo mio piccolo tabù. In un dialogo del film c’è lo scontro verbale tra Milk e il senatore Briggs, il quale sostiene con molta faciloneria l’inibizione per gli insegnanti gay, in quanto non moralmente idonei e in quanto possibili “untori” dell’omosessualità verso i loro studenti . La cosa è palesemente ridicola, cosa che infatti viene rimarcata da Milk. Insomma non è affatto assodato che alunni di insegnanti gay diventino a loro volta gay, ma dove sta scritto? (anzi magari è vero il contrario e imparano ad odiarli, dico io :) ). E allo stesso modo, chi dice che il bambino cresciuto da una coppia gay debba forzatamente diventare gay a sua volta? E poi anche se fosse? Ecco che come ho già detto bisogna superare questo assurdo preconcetto di intendere l’omosessualità come una malattia da debellare.
Non metto ovviamente in dubbio l'importanza e la valenza del legame diretto del cordone ombelicale materno, sia ben chiaro, ma qui si è già un passo oltre, cioè all'adozione. E’ vero, un bambino ha bisogno di una FIGURA paterna e una materna e soprattutto, dico, amore, affetto, protezione e comprensione … beh, mi chiedo, una coppia gay non può forse dare tutto questo allo stesso modo una eterosessuale? Anzi, direi che molte volte ne possono dare anche di più (anche vista la deriva nei giorni nostri dell’istituzione matrimoniale “canonica”). Crescerà meglio il bambino di una coppia gay che lo circonda di amore e attenzioni o quello di una coppia “normale” sempre assente, con problemi di alcol o violenza o con un genitore che si va a sputtanare lo stipendio ai video poker? Per fare un esempio. Il discorso insomma non sta proprio in piedi. Non è neanche vero che tutte le coppie gay DEBBANO per forza adottare un bambino o che siano idonee a farlo, ma NON è assolutamente il loro “status” di gay la discriminante per valutarlo. Sono ben altre, come detto.
Applicando qui lo stesso ragionamento fatto nel dialogo del film, CHI può sostenere con assoluta sicurezza che un bambino allevato da una coppia gay diventi poi da grande uno stupratore, un assassino, un pedofilo? Anzi, io dico allora che è vero il contrario: quanti stupratori, assassini e pedofili dei giorni nostri sono gay o sono cresciuti in ambienti omosessuali? Fino a prova contraria, questi sono tutti figli di “normali” coppie eterosessuali, ma stando sempre al suddetto becero ragionamento, allora tutti noi dovremmo essere assassini, stupratori e pedofili, cosa che non mi pare. Insomma, queste persone hanno le stesse identiche probabilità di diventarlo di qualsiasi altra, anzi io arrivo a dire che ne hanno perfino minori.
 
Quindi io, in barba alla morale e al bigottismo galoppante (che rimangono comunque le ragioni più forti da combattere), e esprimendo tutta la mia incondizionata ammirazione per l’uomo Harvey Milk mi sento ora di dire indubbiamente SI alla possibilità di adottare un bambino per una coppia gay … non so, voi che ne pensate?