martedì 16 giugno 2009

FINE DELL'ENNESIMA UTOPIA ?

Per molti è solo la caricatura di sè stessa, l'ennesima trappola per un certo tipo di turisti, ormai solo patetico folklore, per altri (e mi ci metto anch'io) è il simbolo dell'ennesima romantica utopia che, forse, anche lei ha ora i giorni contati. Sto parlando di Christiania, cittadella hippie autogestita all'interno di Copenaghen sorta nel 1971 e tutt'ora (re)sistente nonostante i susseguenti tentativi negli anni di farla sparire o quantomeno di ridimensionarla. La notizia è che forse il governo danese riuscirà ora a darle la spallata definitiva a causa di una decisione della Corte danese che la forzerà a traslocare o peggio a chiudere i battenti.  
 
I ricordi personali vanno quindi alla mia esperienza al riguardo: era l'ormai lontana estate del 1998 quando percorsi in auto insieme ad una mico l'Olanda e la Danimarca e, arrivato a Copenaghen, sentì proprio parlare di Christiania e delle mille storie belle e meno belle che l'accompagnano. Ovviamente decidemmo di andare a dare un'occhiata. Con le poche e contrastanti notizie raccolte al riguardo, raggiungemmo la prima volta Christiania durante il pomeriggio con le biciclette cittadine a noleggio, spinti più che altro dalla curiosità: all’entrata campeggiava imponente una stilizzazione abbastanza spettrale e scheletrica della statua della libertà americana (non so se sia ancora lì), ma una volta dentro notammo subito un brulicare pacifico di varie genti di varie provenienze, in quello che mi parve subito un immenso Centro Sociale Autogestito. Nonostante precedentemente molti ci misero sull’attenti circa la frequentazione di questo luogo, non ci sentimmo mai in pericolo né ne avvertimmo la presenza e anzi tutto ci parve molto tranquillo respirando un’aria molto libertaria all'interno di quel luogo che, nella sua apparente anarchia e libertà, pareva avere delle regole non scritte ma precise. Facemmo un giro e bevemmo qualcosa, alcuni nullafacevano e gironzolavano come noi, altri erano tutti intenti in varie attività più che altro di manutenzione di locali; parlammo con qualcuno e poi uscimmo decisi di tornarvi per la serata, e così facemmo. Questa volta entrammo a piedi e appena sul sentiero di ingresso ci si presentò la scena che sempre rimarrà nei miei ricordi circa questo posto: dal locale/bar nello spiazzale a destra dell’entrata uscì di corsa un ragazzo che agitava braccia e gambe quasi esultante, fino ad imboccare anche lui il sentiero di ingresso e perdersi nella folla all’interno della cittadella, il tutto nella apparente indifferenza generale. Niente di strano, direte voi, se non fosse che questo ragazzo era completamente nudo! :) Rimanemmo un po' basiti dopo questo singolare benvenuto, ma dopo il primo impatto ci ridemmo su e anzi questo ci spinse forse ancor di più a proseguire e ad entrare. Dopo i primi metri, presero corpo alcune delle notizie che avevamo raccolto sul luogo: ai lati della strada, una dietro l’altra in rapido incedere, stazionava liberamente tutta una serie di bancarelle che esponevano la loro particolare merce, ovvero droghe più o meno leggere “condite” in ogni tipo di salsa e esposte nei più variopinti e fantasiosi packagings :) Neanche nei tanto famigerati coffee shops di Amsterdam avevo visto e vidi poi negli anni successivi tanta mercanzi del genere! Nessuno però ci molestò o ci volle forzare nell'acquisto a tutti i costi, anzi. Passammo oltre e trascorremmo così lì la serata, tranquillamente, bevendo, girando e parlando con qualcuno.  
 
Questa fu la mia Christiania, un luogo senz’altro particolare e “combattuto” dall’opinione pubblica e dal perbenismo benpensante, ma che se sarà veramente destinato a scomparire (ora o in futuro) me ne dispiacerà, checché se ne dica, riservandone il ricordo personale con un sorriso, ripensando a quel ragazzo nudo come un verme che correva felicemente esagitato tra la gente nella tranquillità ed indifferenza più totale :) BEVAR CHRISTIANIA!

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